Nevrosi
Sebbene il termine nevrosi (in alcuni casi neurosi) sia stato eliminato da alcuni strumenti diagnostici come il DSM nei primi anni ottanta, questa denominazione resta piuttosto usata dai professionisti della salute mentale ed è ancora utile come riferimento a quelle patologie che non ricadono nelle franche psicosi, ovvero dove l’esame di realtà è mantenuto e non ci sono deliri e/o allucinazioni.
Le nevrosi consistono in un perenne malessere psicofisico accompagnate da disturbi sia neurovegetativi che psichici (ansia, angoscia, fobia, deperimento, isterismo, avvilimento, squilibrio mentale e depressione).
Il paziente riesce a dominare tali sintomi solo con la messa in atto dei cosiddetti meccanismi di difesa. Questi sono meccanismi protettivi intrapsichici attivati dall’Io nevrotico del paziente (che è un “Io” fragile) costretto a ricorrere a tali meccanismi per tentare di dominare i propri sintomi psicosomatici.
I sintomi rappresentano una sorta di “corazza” che generano anche dei benefici secondari, poiché rappresentano un segnale di allarme di un’eventuale presenza di condotte nevrotiche e quindi, per certi versi, è bene che si manifestino in maniera conclamata perché in tal modo sarà possibile valutare il tipo di intervento e di trattamento da rivolgere al soggetto nevrotico.
Il principale meccanismo di difesa delle nevrosi è la “rimozione”, che consiste nell’eliminare dal proprio inconscio i pensieri, le immagini e i ricordi negativi e deprimenti legati alle pulsioni.
Gli altri meccanismi di difesa attivati dai pazienti affetti da nevrosi sono: spostamento, proiezione, identificazione, introiezione, isolamento, annullamento, formazione reattiva e sublimazione.