Può essere difficile ammettere la propria responsabilità quando hai commesso qualcosa di sbagliato, che sia grande o meno, specialmente se senti di aver trasgredito ad un codice morale o sociale. Potresti quindi scegliere di evitare di affrontare il problema e metterti sulla difensiva.
Ma la posizione difensiva ha comunque spesso delle conseguenze negative: essa può ferire i sentimenti di qualcun altro, offuscare la capacità di prendere una buona decisione sul momento, o impedirci di cambiare comportamenti dannosi.
Perché ci mettiamo sulla difensiva, e cosa possiamo fare per ridurre al minimo le conseguenze negative?
Un nuovo studio di Michael Wenzel e colleghi della Flinders University, pubblicato sul British Journal of Social Psychology, pone entrambe queste domande – e rileva che la propensione alla difesa potrebbe essere ridotta confermando il valore morale e sociale delle persone.
Nel primo studio, a 187 partecipanti è stato chiesto di ricordare un evento in cui avevano fatto un torto a qualcun altro, scrivendo una breve descrizione di ciò che avevano fatto. Hanno poi classificato:
- la gravità della trasgressione,
- l’importanza della loro relazione con la persona a cui avevano fatto un torto,
- quanto si sentivano in colpa,
- quanto accettavano la colpa (ad esempio, “non ero io quello da biasimare per quello che è successo”),
- quanto si sentivano amati e accettati nonostante i torti commessi.
I partecipanti hanno poi preso parte a un test di senso di colpa implicito, una versione dell’Implicit Association Test. Questo studio ha essenzialmente esaminato quanto rapidamente i partecipanti sono stati in grado di categorizzare le parole legate a se stessi (ad esempio “me”) quando hanno anche dovuto premere lo stesso tasto per categorizzare le parole legate al senso di colpa (ad esempio “colpa”) rispetto a quando hanno dovuto premere lo stesso tasto per categorizzare le parole legate all’innocenza (ad esempio “virtù”). Se erano più veloci per il primo, ciò veniva considerato come una implicita associazione del sé con il senso di colpa.
I risultati hanno suggerito che i partecipanti che avvertivano un maggiore bisogno di appartenenza erano più propensi a impegnarsi nella difensività: più senso di colpa “implicito” mostravano nel test, meno probabilità avevano di affermare di essere da biasimare per l’incidente che avevano esposto.
Coloro che si sentivano socialmente accettati, d’altra parte, erano più propensi a esprimere un senso di colpa esplicito man mano che il loro livello di colpa implicita aumentava.
Nel secondo studio, ai partecipanti onnivori è stato mostrato un breve video sulla crudeltà all’interno dell’industria delle uova e della carne prima di farli “parlare” in chat virtuale con un software (un bot automatizzato) che poteva sostenere o denigrare la loro scelta di mangiare carne.
Guardare il video sulla crudeltà verso gli animali ha portato a maggiori sensi di colpa e preoccupazioni per la trasgressione morale o sociale – ma solo quando non c’era la possibilità di avere quel senso di colpa attenuato attraverso quella chat virtuale.
I partecipanti che avevano ricevuto rassicurazioni dal bot sul mangiare carne erano anche più propensi a esprimere esplicitamente un senso di colpa che rifletteva i loro livelli di colpa implicita.
Coloro che non avevano ricevuto rassicurazioni mostravano una maggiore disconnessione tra il senso di colpa implicito ed esplicito, suggerendo un maggiore livello di difensività.
I partecipanti che avevano ricevuto rassicurazioni dal bot erano anche più propensi a fare donazioni a un’organizzazione animalista, mentre quelli che non l’avevano fatto erano meno propensi a donare quanto più il senso di colpa era implicito. Questo, secondo il team di ricercatori, “suggerisce che le minacce all’accettazione sociale possono portare non solo a una maggiore difensività, ma anche a una mancanza di volontà di riparare il danno”.
Come già notato, l’Implicit Association Test ha affrontato un serio processo di scrutinio negli ultimi anni, con alcuni critici che suggeriscono come il test potrebbe non essere veramente indicativo dei pensieri o comportamenti della vita reale, al di fuori dei laboratori in cui sono condotte le ricerche.
Il team riconosce anche che la relazione tra colpa implicita ed esplicita potrebbe non essere così diretta come i risultati suggeriscono; “la difensività può essere un processo psicologico così efficace“, scrivono, “che può ridurre o addirittura eliminare valutazioni implicite o ammissioni di responsabilità e colpa“.
In altre parole, la difensività può essere non solo un’evitamento esterno della colpa, ma anche un processo interno di cui gli individui non sono consapevoli. Le ammissioni esterne di colpa possono anche non riflettere i veri o impliciti sentimenti di colpa: qualcuno potrebbe sentire la colpa per ragioni che hanno più a che fare con la pressione sociale che con i propri veri sentimenti.
Ad ogni modo, i risultati suggeriscono che un elemento chiave della difensività è una sensazione di minaccia morale o sociale. Quando agli individui viene data approvazione, la difensività diminuisce – e vengono fatti più sforzi per riparare il danno.
Può risultare difficile dare a qualcuno questa rassicurazione, in particolare quando sei tu quello al quale hanno fatto del male – ma potrebbe anche essere il modo migliore per aiutarli a confrontarsi veramente con le loro azioni.
Lo studio
- “The effects of moral/social identity threats and affirmations on psychological defensiveness following wrongdoing“, M. Wenzel et al.
British Journal of Social Psychology
DOI: 10.1111/bjso.12378
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