Lo stress acuto sopprime l’appetito e la soppressione è associata ad alterazioni dell’attività neurale nel polo frontale cerebrale.
Lo stress è prevalente nella società moderna e può influenzare la salute umana attraverso i suoi effetti sull’appetito. Tuttavia, la conoscenza dei meccanismi neurali correlati all’alterazione del livello soggettivo dell’appetito causato dallo stress acuto nell’uomo rimane limitata. I ricercatori della Osaka City University si sono concentrati sugli effetti sull’appetito dello stress causati dall’aspettarsi eventi personali critici, come dover affrontare esami scolastici o dover parlare in pubblico, e hanno mirato a chiarire i meccanismi neurali attraverso i quali lo stress acuto influenza l’appetito nei maschi sani e non obesi, durante il digiuno.
In totale, 22 volontari maschi a digiuno hanno partecipato a due esperimenti (in condizioni di stress e di controllo) in giorni diversi. I partecipanti hanno eseguito un compito di sintesi vocale e aritmetica a mente, che induceva stress in entrambe le condizioni, quindi hanno visualizzato immagini di cibo, durante le quali la loro attività neurale è stata registrata mediante magnetoencefalografia (MEG).
Nella condizione di stress, ai partecipanti è stato detto di svolgere nuovamente i compiti vocali e di aritmetica a mente in seguito alla visualizzazione delle immagini del cibo. I livelli soggettivi di stress e appetito sono stati quindi valutati usando una scala analogica visiva. L’elettrocardiografia è stata eseguita per valutare l’indice della variabilità della frequenza cardiaca che riflette l’attività del nervo simpatico.
I risultati hanno mostrato che i livelli soggettivi di stress e l’attività nervosa simpatica erano aumentati durante la registrazione MEG nella condizione di stress, mentre l’appetito aumentava gradualmente solo nella condizione di controllo. La diminuzione della potenza della banda alfa (8-13 Hz) nel polo frontale, causata dalla visualizzazione delle immagini degli alimenti, era maggiore nelle condizioni di stress che in quelle di controllo, suggerendo che lo stress acuto può sopprimere l’aumento dell’appetito e questa soppressione è associata con l’alterazione dell’attività neurale nel polo frontale.
Poiché il lobo frontale è coinvolto nel pensiero, nella pianificazione delle azioni future e nel controllo cognitivo dell’appetito, si ipotizza che le aspettative dei partecipanti sul successivo compito del nostro studio abbiano attivato questa area cerebrale, e questa attivazione potrebbe aver interferito con i processi regolatori relativi all’appetito, gestiti sempre dal polo frontale, con la conseguente soppressione dell’appetito sotto lo stress causato nel nostro esperimento.
Questi risultati forniranno indizi preziosi per comprendere meglio i meccanismi neurali con cui lo stress acuto influenza l’appetito e potrebbero contribuire allo sviluppo di metodi per prevenire e ridurre gli effetti negativi sulla salute causati dallo stress.
Lo studio
- “Neural effects of acute stress on appetite: A magnetoencephalography study“. Chika Nakamura, Akira Ishii, Takashi Matsuo, Rika Ishida, Takahiro Yamaguchi, Katsuko Takada, Masato Uji, Takahiro Yoshikawa.
PLOS ONE – Osaka City University
doi:10.1371/journal.pone.0228039
Crediti immagine: pressfoto